Sagra di Sant’Efisio

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Sagra Sant’efisio del primo maggio

sagra sant'efisio primo maggio

Nacque ad Elia, alle porte di Antiochia in Asia minore, nel 250 d.C. da madre Alessandra ( pagana ) e padre Cristoro ( cristiano ). Educato dalla madre all’Idolatria. Efisio si arruolò all’esercito romano per combattere i Cristiani. ( per questo motivo il simulacro del Santo si presenta in vesti militari )

Per di più durante il viaggio verso L’Italia, li si presentò in cielo una grande Croce accompagnata da tuoni e fulmini, infatti per ripararsi la vista da tutto ciò mise la mano davanti agli occhi così che si ritrovò una stimate a forma di croce nella mano destra e la voce di Gesù che gli narra il suo futuro martirio per la fede Cristiana.

sagra sant'efisio

Arrivato a Gaeta, viene battezzato e decide quindi da li in poi di battersi per la fede Cristiana e di sconfiggere il paganesimo. Giunto in Sardegna diffonde il Vangelo creando un gruppo i fedeli. Successivamente decide di scrivere una lettera all’imperatore nella speranza che anche egli si converta, ma per questa ragione viene carcerato in una cripta profonda di stampace ( consigliato da visitare )

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carcere di stampace sagra di Sant'Efisio
carcere di stampace cagliari

Intanto continuavano le conversioni, venuto a conosceza Diocleziano che lo promosse capitano del suo stesso esercito, ordinò la condanna a morte del Santo Martire presso Nora. Il tutto si verificò nell’anno 303. Il Santo prima di morire chiede a Dio di protteggere il popolo sardo dai nemici e dalla malattia.

La promessa

Ed è per questo che all’apice della paura il magistrato civico fece voto che se la peste a Cagliari fosse cessata sarebbe stata organizzata una solenne processione nella quale il simulacro del Santo avrebbe ripercorso il tragitto dallo stesso compiuto, dal carcere di Stampace fino al luogo del martirio nelle Chiesetta di Nora a Pula e viceversa. Nel 1652 Cagliari venne liberata dalla peste. Dal 1657 Cagliari rende omaggio al Santo.

La Sagra

 il Giovedì Santo, alle venti, una processione si avvia secondo un rituale predeterminato nei secoli dalla tradizione religiosa del popolo. È la “partecipazione” del Santo della Sardegna alla Pasqua L’Arciconfraternita del “Gonfalone” ripercorre il tradizionale Giro delle Sette Chiese nel Giovedì della Settimana Santa: il corteo parte dal santuario di Sant’Efisio per raggiungere, di seguito, le chiese di Sant’Antonio, delle Monache cappuccine, di San Giovanni, dell’Oratorio dell’Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso, di Santa Rosalia, di Sant’Anna, per poi ritornare nuovamente a Sant’Efisio. mentre a Pula si effettua la visita e la sosta della reliquia nelle case

la partenza del simulacro

oggi si festeggia con grande devozione e fede la 364° sagra di Sant’Efisio, partendo come da tradizione dal 1°maggio al 4 maggio. Il primo maggio, come ormai da tradizione sono innumerevoli i gruppi che partecipano da tutta la Sardegna per rendere omaggio al santo martire, si ritrovano nel convento dei salesiani a Cagliari creando un ambiente di condivisione di fede e speranza, dopo una solenne benedizione il cocchio rigorosamente d’oro trainato da un giogo di buoi che possono arrivare a pesare anche quindici quintali, iniziano le manovre nella piazzetta di stampace per iniziare il pellegrinaggio portandosi dietro una folla immensa di fedeli per quasi 100 km. Le comunità di Giorgino, Su Loi, Capoterra, Sarroch e Pula accompagnano Sant’Efisio lungo tutto il suo pellegrinaggio.

Gli abiti, i gioielli, vengono minuziosamente curati e tramandati per tradizione. gli animali tra cui buoi che trainano delle ” Traccas” o carro addobbato a festa e sono curati in ogni particolare e accompagnati lungo il viaggio.

figure principali

L’arciconfraternita svolge un ruolo importante per tutte le fasi della festa, viene nominato l’Alternos figura centrale del rituale che rappresenta la figura del sindaco in tutte le fasi della sagra. Si aggiungono cavalieri, miliziani e traccas.

Le soste

La prima sosta è nella Chiesetta di Giorgino presso la Famiglia Ballero che custodisce il più modesto carro campestre. prima di arrivare in tarda serata a Sarroch si fa una breve sosta a villa D’orri.

Arrivo a Pula

il 2 maggio arriva a Pula, accolto da una folla di fedeli provenienti da tutti i paesi, da tappetti di fiori con suoni di launeddas e organetto

Sagra di Sant'Efisio  pula
pula
Sagra di Sant'Efisio Pula

finalmente alla sera viene accompagnato a Nora nel luogo del martirio per poi ritornare alla Chiesetta di Stampace il 4 maggio.

Torre di Cala D’Ostia

Torre di Cala D’ostia

Torre di Cala D'Ostia Santa Margherita Pula

La Torre di Cala D’Ostia si trova a Santa Margherita piccola frazione di Pula, famosa per le sue spiagge e il campeggio, nonché per la Torre. Fu eretta dagli spagnoli nel 1601 per la difesa e la custodia del presente regno. Essi la costruirono a circa 5 miglia dalla torre del Coltellazzo di Nora, a ponente nella cala denominata ” Cala De Hostia ” ovvero della foce del fiume.

Torre di Cala D'Ostia Santa Margherita

La costruzione

Torre di cala D’Ostia

L’ingegnere Antonio De Vincenti fu incaricato nel 1721 da sua maestà Vittorio Amedeo II di redigere progetti di nuove fortificazioni costiere e restaurare quelle già esistenti. Per una più valida difesa delle coste della nostra isola. nel 1728 vennero conclusi i lavori. Di forma troncoconica di 7,40 m di diametro attrezzata con piccole e medie bocche di fuoco, costruita alla foce de rio per impedire al nemico l’approvvigionamento dell’acqua.

La Struttura della Torre

La Torre di Cala D’Ostia conserva tutti i particolari architettonici in particolare all’interno il corridoio d’ingresso con voltino in ginepro, la volta in pietra, la finestrella d’areazione, la scala realizzata nello spessore del muro con i gradini in pietra.

ingresso
finestrella d’areazione
Torre cala d’ostia gradini in pietra

All’esterno, il lastrico pavimentato in cotto, le ” troniere” per le bocche da fuoco rivolte a mare, nonchè i ” merloni” di protezione provvisti di paraschegge. Dall’antica torre costruita della linea di costa rimangono poche testimonianze.

Il crollo

Dall’ episodio nessun soldato scampò alla tragedia che accadde durante alcuni tiri a salve, diretti al naviglio sospetto che incrociava quella zona senza farsi riconoscere.

Per di più invitato “all’ubbidienza” anche dalle altre torri litoranee perchè non segnalava la nazionalità d’appartenenza.

Dopo una detonazione, la torre cedette a causa di un’esplosione per poi ricadere a pezzi nel mare. Infatti con la ristrutturazione si spostarono a circa 20 m per evitare i fenomeni di erosione cui era soggetta la costa.

Secondo quanto riporta una relazione del capitano Ripoll prima dell’esplosione avvenuta nel 1773, l’organico era così composto:

Alcaide Giovanni di bitti anni 67 in servizio da 25 anni, Giuseppe Ardo di san pietro 45 anni servizio da 7 anni, fabrizio perella 26 anni in servizio da 25 anni e Sisinnio Fraci 33 anni in servizio da 8 mesi. Il vicerè Giuseppe Maria Montiglio il 21 luglio 1834 dispose che gli amministratori provvedessero all’approvvigionamento di diversi generi ed “effetti” necessari alle torri.

nel 1833 arrivarono a Cala D’Ostia: un treppiedi in ferro, un tavolino ” con i suoi tiretti e chiavi”, un banchetto, una spilla di ottone, una cavagna “grande cesta morbida” manici di riserva per scure e vanga, ferri di campagna, fucili etc. tuttavia nelle zone adiacenti ci sono stati vari ritrovamenti ad esempio dai miliari romani, colonne provenienti da Nora. Risale al 1956 una segnalazione dei carabinieri di Pula del ritrovamento di di un “cannoncino che stava sulla torre di Cala D’Ostia”

le Amministrazioni coscienti della valenza, hanno avviato un restauro teso a preservare la torre dal degrado. Questo manufatto, costruito nel 1773, merita particolare attenzione per la sua architettura e il buono stato in cui si trova.

La riqualificazione

Oggi l’Amministrazione ha provveduto alla riqualificazione installando degli arredi tra cui panche e tavoli poco distante un piccolo parco giochi dando vita così a un parco in cui poter trascorrere piacevoli giornate all’aria aperta immersi nella natura.

Per raggiungerla dobbiamo prendere la Strada Statale 195 in direzione Domus de Maria ( Chia ) – Teulada. Lasciato alla nostra sinistra il bivio per Is Molas – Piscina Manna proseguiamo ancora per qualche chilometro sino a quando allo nostra destra incontriamo una piccola chiesetta  (la chiesetta di Santa MArgherita), a questo punto dobbiamo uscire dalla strada statale e continuare per la via che parte proprio a fianco della chiesetta e da lì proseguire per il lungo mare a pochi km troverete la torre sabauda.

Torre di Cala D'Ostia Santa Margherita parco
parco Cala D’Ostia

Indirizzo : Santa Margherita di Pula 09050

Orari: Aperto 24h su 24

Torre di Coltellazzo

Torre di Sant’Efisio-torre di coltellazzo

Torre di Coltellazzo

La torre dei Coltellazzo o Coltelles chiamata anche castelli poi prese il nome del glorioso santo Efisio, fu costruita dagli spagnoli nel XVI secolo. Architettonicamente è simile a quella di San Macario.

eretta sul promontorio capo di Pula ha una forma troncoconica la cui circonferenza di base misura 43m, con diametro di circa 14m. L’ altezza originale costruita dagli spagnoli, ha subito variazioni poichè la più recente struttura in muratura, un solaio in cemento armato con dei ferri arruginiti che causarono dei cedimenti.

Torre di Coltellazzo
Torre di coltellazzo e alcuni cedimenti del nuovo volume

La costruzione auspicava da torre di avvistamento come voluta da Filippo II re di Spagna la quale contribuiva alla difesa con la torre di San Macario, cala d’ostia e Chia.

la costruzione

Si sa inoltre che nel XX secolo gli abitanti di Pula e zone limitrofe smantellarono e riutilizzato i materiali da costruzione provenienti dalla Città di Nora. Ugualmente anche le antiche maestranze, che stipulavano contratti d’appalto con la Reale Amministrazione delle Torri utilizzarono i conci per la costruzione delle Torri di Sant’Efisio, San Macario E di Chia prelevandoli dai moli di Nora.

così che spiegherebbe la velocità della realizzazione di queste Torri. Nel 1578 il vicerè De Moncada in una relazione diretta al re Filippo II prospettò, il progetto di innalzare sul promontorio una buona Torre.

Torre di Coltellazzo
stazione semaforica di Capo Pula

il costo della progettazione della Torre era di 300 ducati, e sei ducati al mese agli arruolati torrieri.

Posizione

Tuttavia la posizione elevata di questa Torre permetteva l’avvistamento dei bastimenti e per questa ragione era la prima a segnalare il pericolo imminente mettendo in allarme gli abitanti e i miliziani addetti alla difesa. La torre è chiamata ” Coltelles de armas” erano battezzate così le torri dotate di cannoni capaci di rispondere ai combattimenti delle forze navali.

Torre di coltellazzo
Sant’efisio tela del Zuddas (1880) proprietà dei Marchesi Manca di Vallermosa

In occasione della sagra di Sant’efisio le torri dislocate dal 1657 lungo la strada da Cagliari a Pula salutavano la processione con colpi di Cannone

che infittiva gli spari a salve anche durante le funzioni religiose e dei festeggiamenti.

Concludendo, oggi si può visitare la Torre tramite le visite guidate che partono dagli scavi dell’anticà città di Nora sino al raggiungimento della stessa Torre per offrivi delle belle viste dall’alto

Torre di coltellazzo
dig

La Torri di San Macario

Torre di San Macario

Corsari e Pirati del Mediterraneo e la torre di san macario

All’inizio del 1500, mentre l’impero turco raggiungeva la massima espansione, si formarono lungo le coste dell’Africa settentrionale gli stati barbareschi d’Algeri, Tripoli e Tunisi. prima governati da funzionari ottomani poi sempre più autonomi. originarono le città-stato mussulmane, le quali ebbero come principale attività, la pirateria.

Essi per di più esercitavano una vera e propria attività territoriale, con la divisione del bottino per quote di partecipazione.

il governo con Khair Ad Din

Per tutta la prima metà del 500 il mediterraneo fu dominato dai fratelli Arug detto Barbarossa ( Baba Arug) e il fratello Khair Ad Din. Poi ottenuto il governo dal fratello divenne il capo di una compagine di incursori. Egli morirà dopo l’incursione dell’ultimo saccheggio a causa di ciò lasciò tutto al figlio Hassan Agà Pascià, costui era adottato essendo un pastorello sardo rapito intorno al 1538 mentre pascolava un gregge su una spiaggia.

Khair Ad Din
 la torre di san macario Hassan Agà Pascià i corsari torre di san macario

Nel XIV secolo l’invadente potenza dei Turchi , rendeva difficile il traffico anche nelle nostre repubbliche marinare che infatti rese indispensabile un nuovo dispositivo di difesa costiera. Fu Pietro il Cerimonioso a dare il via alla costruzione delle Torri , con il compito di avvisare della presenza di eventuali nemici. Conseguentemente Filippo II approvò infatti i trenta capitoli proposti dai tre stamenti il 29 settembre 1587 scegliendo poi tra gli spagnoli congedati dall’esercito residenti in Sardegna successivamente i Sardi congedati dalla Milizia.

LA TORRE e la sua storia

Fu costruita nel 1595 sull’isolotto che prese il nome dall’antico culto che si praticava presso il monastero bizantino eretto in nome del Divo Machario.

torre di san macario

M a ancora più importante prima della costruzione della torre erano stati costruiti vari edifici dei patron delle tonnare per la lavorazione e la custodia del pescato e per dormitori dei quali ancora oggi se ne vedono le tracce.

Le torri di Pula
torre di san macario

Le armi

La Torre di San Macario, chiamata ” de Armas” dagli Spagnoli era stata progettata per accogliere sulle piazze d’arme, bocche da fuoco capaci di rispondere al cannoneggiamento navale.

armi per rispondere al fuoco nemico

La Torre, dal punto di vista delle armi, comprendeva, due cannoni di grosso calibro puntati soprattutto verso il mare aperto, uno piccolo a protezione tra il canale di separazione tra l’isolotto e la terra ferma, mentre un pedriere e in seguito una spigarda, a difesa dell’area antistante l’ingresso. La Torre di san macario era dotata inoltre di bertesche per il tiro radente, in particolare alla difesa del piede e di caditoia così che da poter piombare il nemico attentava il boccaporto d’ingresso.

torre di san macario

A protezione dei torrieri che sporgendosi potevano diventare un facile bersaglio, sono stati costruiti sui punti cardinali piombatoi e garitte provvisti di feritorie.

per lo stesso motivo cioè per salvaguardare il torriere venne costruita pure una cisterna atta alla resistenza a oltranza in caso di assedio, era la cisterna con la sua rete idrica,l’acqua piovana si incanalava in un grosso recipiente di terracotta che in seguito indirizzava l’acqua nella cisterna così che l’organico attingeva con il permesso del comandante.

scale interne della torre

Tuttavia ad oggi rimane tra le tre torri la sola raggiungibile per via mare, con un’imbarcazione privata dal porto di Perd’e Sali mentre la Torre dei Coltelles e la Torre di Cala D’ostia sono visitabili mentre si fa una passeggiata o con una guida turistica nel caso di Coltellazzo.

Batteria Corrado Boggio

Batteria Boggio Fortino

Batteria Corrado Boggio fortino pula sardegna
torre di avvistamento coltellazzo

La storia difesa anni 40

Cagliari per la sua posizione strategica costituiva nonchè la stazione aereo-navale più importante del mediterraneo, difatti per questa ragione Cagliari possiede una lunga storia difensiva di oltre otto secoli che va dal periodo dei Giudacati sino alla seconda guerra mondiale. Tuttavia rimangono oggi numerosi fortificazioni militari tra cui castelli, torri costiere, fortini, per esempio batteria Corrado boggio postazioni telematiche e stazioni di tiro.

Batteria Corrado Boggio fortino pula sardegna
torre di coltellazzo di avvistamento da batteria corrado boggio

Il loro compito

 il loro compito era di sorvegliare i movimenti navali britannici fra Gibilterra e Malta. per questa ragione Il sistema difensivo cagliaritano, organizzato dalla Regia Marina nella metà degli Anni Trenta,  comprendeva una estesa rete di Stazioni di avvistamento e 12 batterie in postazione fissa ripartite in tre gruppi operativi. Conseguentemente Le prime ad essere allestite furono le batterie del “Fronte a Mare” (F.A.M.), comprendente tre opere antinave di medio calibro armate con cannoni scudati da 152/50. Si trattava di artiglierie abbastanza recenti, modello A.1918, aventi una gittata  di 18 km, con questo obbiettivo le installazioni erano contraddistinte da un nome proprio alfa-numerico: Corrado Boggio ( C-146)Roberto Prunas,(C-135) e Carlo Faldi( C-165) , ed ubicate rispettivamente a Capo Pula, Capo S.Elia e torre Mortorio. 

Batteria protezione dagli attacchi navali

Corrado Boggio (C-146)

Così che Il compito di queste batterie non solo era proteggere il porto navale ma anche la batteria boggio . La batteria ( C-135) non solo difendeva il porto e la base navale, ma soprattutto aveva il compito della protezione della postazione Corrado Prunas , essendo il punto focale del dispositivo antinave del golfo le cui artiglierie, nel caso in cui ci fosse un attacco dal mare, dovevano incrociare il tiro con quelle della Boggio (C-146) e della Faldi (C-165) .

Postazione Batteria Boggio

Batteria corrado Boggio fortino pula sardegna

Ad ogni modo, per quanto riguarda la sua postazione in particolare, in alto sul promontorio, L’impianto della batteria boggio si caratterizza per la presenza di piazzole circolari posizionate e mimetizzate con la roccia locale fornite di uno spesso basamento in calcestruzzo munito di perni per l’ancoraggio dei cannoni.

Batteria Boggio fortino pula sardegna piazzole ancoramento cannoni
piazzole ancoramento cannoni batteria corrado boggio

Le munizioni

Le munizioni nella Batteria Boggio erano accantonate nei vani rettangolari protetti da portelloni metallici, ma un rilevante quantitativo di colpi era alloggiato nelle riservette ricavate lungo le pareti dei bunker che collegano le piazzole tra loro.

Batteria Corrado Boggio vani per munizioni
Batteria Corrado Boggio

inoltre venivano trasportate le munizioni verso le torrette di avvistamento con dei carrelli infatti, sono presenti ancora oggi i binari come illustrati sotto

naturalmente essendo una zona sotto la responsabilità della Regina Marina contro appunto le invasioni britanniche tutta la zona era recintata da filo spinato sistemato con dei paletti in ferro lavorato.

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per poter raggiungere Batteria Boggio o Parco Santa Vittoria. bisogna percorrere tutto il viale Nora arrivando da Pula, oltrepassata la stazione della marina militare e raggiunta la prima rotonda, svoltate a sinistra come da immagine.