Is Caschettasa

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Is Caschettasa

Is caschettas magica pula

Is Caschettasa sono dolci della tradizione sarda, sono dolci che si preparano principalmente per la festa di Ognissanti

Is Caschettasa di Pula viaggia in sardegna

racchiudono in questa versione un ripieno di sapa, uva passa, mandorle e noci trittate finemente. Le mandorle devono essere precedentemente sbucciate e tostate.

Ingredients

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  • Per il ripieno:
  • 250 ml di sapa (vino cotto)
  • 500gr di mandorle dolci pelate
  • 75 gr di semola di grano duro
  • scorza di arancia o limone
  • Per la pasta:
  • 250 gr di farina di grano duro
  • 200 ml di acqua
  • 50 gr di strutto

Infine sistemato sulla sfoglia di pasta,

successivamente lavorate e decorate da mani esperte con l’ausilio degli attrezzi tradizionali tra cui ” is sarrettas”

Questo dolce è conosciuto con diverse forme ad esempio a forma di “S” o a “chiocciola” a “U” Stendete la pasta ad uno spessore molto sottile e ricavate dei rettangoli di grandezze diverse. Ricavate dal ripieno dei cilindretti di circa un centimetro di diametro e di lunghezze varie (in base alle forme che volete dare alle vostre caschette). Adagiate i cilindretti di ripieno sui rettangoli di pasta e avvolgeteli con quest’ultima. Quelli più lunghi potete dargli una forma a spirale, oppure ad “S” o ancora, a forma di cuore . Per quanto riguarda le ricette, c’è da dire che ogni zona, ogni paese ne hanno svariate; Ad esempio spostandoci nei diversi punti della Sardegna, le differenze diventano più marcate e troviamo addirittura delle versioni senza la sapa, dove il ripieno è simile ad una pasta di mandorle. Anche i nomi con cui vengono denominati questi dolcetti possono essere completamente diversi, per esempio nel nord Sardegna sono chiamati tillicas o tiricca.

Chiesa San Giovanni Battista

Chiesa San Giovanni Battista

Chiesa San Giovanni Battista

La Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista è ubicata nel centro storico di Pula progettata dall’Ing. Giuseppe Costa, lo stesso che progettò il Bastione di San Remy a Cagliari, è in stile neoclassico costruita nel 1899 consacrata dal monsignor Balestra il 20 novembre 1910 sostituendo la preesistente Chiesa Romanico- Pisana del 1600, si possono infatti ancora notare i materiali utilizzati provenienti dall’antica città punica-romana

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La Chiesa San Giovanni Battista si presenta con tre navate e cappelle laterali, tra cui del S.Crocifisso e della S.S. Assunta. La facciata presenta una suddivisione in tre parti per di più con i portoni originali risalenti al 1900 inoltre affiancati da lesene e sormontati da loculi con vetri policromi come quello posto centralmente.

il campanile non fu spostato ma rifatto completamente aggiungendo due campane laterali

Bussola

Per quanto riguarda la Bussola è del 1926, nella parte alta si trovano dei rosoni in vetro policromi, del 1993

In particolare troviamo al centro Sant’Efisio, alla sinistra San Lorenzo e infine alla destra San Raimondo. Altrettanti stemmi tra cui papali, confraternita stemma del comune e regione

interno della Chiesa

Appena entrati sulla destra troviamo la Croce delle indulgenze in tal modo toccando questa croce si acquista un’indulgenza.

Sarcofaghi

Proseguendo sulla destra si può notare il sarcofago in marmo contenente le spoglie della duchessa di San Pietro Agostina Deroma cui la lapide recita delle così:

vedo così tanta grazia, mesi, devozione,
virtù e onore, tutte queste cose con se,
giacere qui con lei morta. Il dolore è così grande
che la sua stessa misura non si può calcolare.
perchè il nome di “Agostina” fa scoppiare allora il
cuore a un pellegrino?
la Duchessa mosì il 5 agosto dell’anno del Signore 1759

Mentre l’altro sarcofago proviene dalla città punica di Nora.

Stendardi

In alto al sarcofago troviamo uno degli stendardi più antichi della Parrocchia rafigurante la Madonna del Carmine del 1955 e l’altro vicino alla sacrestia è della Beata Vergine Assunta

Infine nella Chiesa di San Giovanni Battista tra le cose più importanti c’è l’altare ligneo del 500 in stile barocco, si presume fosse della preesistente Chiesa pisana di cui doveva esserci l‘Altare Maggiore. Così che la cappella di San Francesco del 1916 che presenta attualmente i disegni ancora antichi.

Altare

L’altare fu rifatto nel 1963 a oggi si presenta con un bel presbiterio, ai sui lati notiamo le Nichiette,

di cui sono contenute le reliquie dei santi sulla destra, mentre sulla sinistra ci sono gli oli santi del crisma(cresima) dei catecumeni e degli infermi.

infine parliamo degli affreschi originali dei primi del 900 e restaurati nel 2001 vennero ricoperti di calce come accadeva in epoca fascista. L’ Abside è stato decorato ex-novo ricostruendo da vecchie fotografie il disegno in precalce, mentre il resto è stato portato alla luce con la tecnica del rigatino e del puntinato.

Is Malloreddus

is malloreddus

is malloreddus

Is malloreddus sardi è una tipica pasta sarda campidanese, in particolare hanno la forma di conchiglie rigate.

Is malloreddus su ciuliri
ciuliri

La Lavorazione

La lavorazione è rigorosamente fatta a mano

Ingredienti:

Semola, acqua, sale e zafferano,

Preparazione: lavorare bene la semola con l’acqua tiepida leggermente salata sin che abbia una consistenza piuttosto dura. Quindi staccare un pezzetto di pasta e fare dei bastoncini, tagliarli della lunghezza di circa 1 cm e con un movimento del pollice schiacciarlo in su “ciuliri” ( canestro fatto con il culmo secco del fieno) Is malloreddus si cuocciono in acqua bollente e si condiscono con pomodoro fresco e basilico e in più la salsiccia fresca

L’origine del nome

Il termine malloreddu (plurale malloreddus) è un diminutivo di malloru, che in sardo campidanese  significa toro. Di conseguenza, malloreddus vuol dire vitellini. perciò al momento della lavorazione lo gnocchetto prendeva questo nome per via della trasformazione che subiva la pasta dopo essere stata schiacciata nel canestro

Is Pillus

Questi erano piatti considerati della Domenica e tutt’ora presenti nelle sagre, dallo stesso impasto precedentemente descritto, si ricavano Is Pillus un’altro tipo di pasta antica. Si ritagliano dei pezzi di pasta con forme oblique o triangolari. sucessivamente alla cottura vengono come da ricetta antica si condiscono con un ottimo sugo di galletto ruspante.